Le emozioni in musica – reinventare gli equilibri attraverso l’arteterapia

Pubblicato il: 14 Luglio 2018
Partiamo dal presupposto che nessuno nasce stonato. Ma quante volte ci è capitato di emettere o di ascoltare suoni particolarmente striduli che non siamo riusciti a controllare? Il corpo, inteso come oggetto sonoro per eccellenza, è il primo canale comunicativo, volontario e non, attraverso il quale ci proponiamo al Mondo come portatori di emozioni e novità. Il canto di gola, spesso, esprime come stato dominante la paura. Quando cantiamo “sforzando” il messaggio che inviamo verso l’esterno in genere è “io canto, ma canto alto perché raggiungere le mie profondità mi spaventa.Condividerle è un pensiero orribile, non ce la farò mai. Ho così tanta paura che al solo pensiero mi manca il fiato …” Se fondamentale è conoscere la teoria, ancora più importante è mettere in atto piccoli accorgimenti per creare nuovo ben-essere alla portata di tutti. Nella fascia d’età per i laboratori 6-12 anni l’approccio ludico (senza scalfire la serietà della disciplina) è sicuramente consigliato. “Teatralizzare” le emozioni negative è utile per sdrammatizzare il senso di inadeguatezza e ridimensionare le gravità (inesistenti) con cui i piccoli cantanti si confrontano. Compito dell’insegnante è agevolare le condizioni per creare nuove personali armonie. Gli esercizi di visualizzazione del suono sono uno strumento di facile utilizzo per raggiungere risultati apprezzabili in tempi piuttosto brevi. In-segnare musica non è fornire approcci sonori standard, ma spingere gli allievi verso la costruzione di un modus operandi individuale che si posiziona, in una visione di più largo utilizzo, nell’ambito dell’acquisizione e della gestione di nuove risorse applicabili nei diversi ambiti di sviluppo personale e sociale.
Questo e molto altro nei prossimi laboratori de L’ Atelier di Strega Cornacchia. Curiamo sogni, coloriamo piccole e grandi realtà. 😊
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