Dolcetto o Scherzetto: Halloween e il valore educativo di Samhain

Pubblicato il: 30 Ottobre 2018

Halloween,

tradizionalmente Notte delle Lumere in italiano, è una ricorrenza di origine celtica celebrata la sera del 31 Ottobre, che nel XX secolo ha assunto negli Stati Uniti le forme spiccatamente macabre e commerciali con cui è divenuta nota. È erroneo il pensiero comune che la festa di Halloween sia estranea alle tradizione italiane, invero usanze affini a quelle della moderna Halloween sono sempre state comuni in tutta Italia, anche se spesso si collocavano nella notte fra il 1º novembre e il 2 novembre. L’usanza, molto influenzata dalle nuove tradizioni americane, si è poi diffusa in molti Paesi del mondo e le sue manifestazioni sono molto varie: si passa dalle sfilate in costume ai giochi dei bambini, che girano di casa in casa recitando la formula ricattatoria del trick-or-treat (dolcetto o scherzetto, in Italia). Caratteristica della festa è la simbologia legata alla morte e all’occulto, di cui è tipico il simbolo della zucca con intagliata una faccia sorridente (il più delle volte spaventosa) e illuminata da una candela o una lampadina piazzata all’interno. La storia di Halloween risale a tempi remoti. Lo storico Nicholas Rogers, ricercando le origini di Halloween, nota che mentre alcuni studiosi hanno rintracciato le sue origini nella festa romana dedicata a Pomona – dea dei frutti e dei semi – o nella festa dei morti chiamata Parentalia, Halloween viene più tipicamente collegata alla festa celtica Samhain, originariamentescritto Samuin. Il nome della festività significa approssimativamente “fine dell’estate”. La tesi della derivazione di Halloween da Samhain fu sostenuta da due celebri studiosi di fine Ottocento, Rhŷs e Frazer: secondo il calendario celtico in uso 2000 anni fa tra i popoli dell’ Inghilterra, dell’ Irlanda e della Francia settentrionale, l’anno nuovo incominciava il 31 ottobre. È un’usanza di Halloween che i bambini vadano mascherati di casa in casa, chiedendo dolciumi e caramelle o qualche spicciolo con la domanda “Dolcetto o scherzetto?”. La parola “scherzetto” è la traduzione dall’inglese trick, una sorta di minaccia di fare danni ai padroni di casa o alla loro proprietà, se non viene dato alcun dolcetto (treat). Esiste una filastrocca inglese insegnata ai bambini delle elementari su questa usanza: “Trick or treat, smell my feet, give me something good to eat”. La zucca di Halloween, che nei paesi anglofoni viene chiamata col nome di “Jack-o’-lantern”, è uno degli oggetti e simboli principe della festività del 31 ottobre. Si tratta di una zucca scavata a mano, sulla cui superficie vengono intagliati i tratti di un volto, solitamente malefico e dal ghigno beffardo. Al suo interno, una volta svuotata della polpa e dei semi, viene riposta nella zucca una candela che, accesa, consente di vedere i tratti intagliati anche in pieno buio. Si ritiene che la tradizione di intagliare zucche sia originaria dell’Irlanda. La prima documentazione certa di tale pratica risale tuttavia solo ai primi dell’800. Tale pratica era certamente diffusa in tutta l’isola irlandese ed in alcune parti della Scozia. Esistono molte varianti riguardo alla leggenda di “Jack-o’-Lantern”. La più diffusa e conosciuta è comunque quella di derivazione irlandese: Jack, un fabbro astuto, avaro e ubriacone, una sera al pub incontrò il diavolo. A causa del suo stato d’ebbrezza, la sua anima era quasi nelle mani del demonio, ma astutamente Jack chiese al demonio di trasformarsi in una moneta, promettendogli la sua anima in cambio di un’ultima bevuta. Jack mise poi rapidamente il diavolo nel suo borsello, accanto ad una croce d’argento, cosicché il demonio non potesse ritrasformarsi. Per farsi liberare il diavolo gli promise che non si sarebbe preso la sua anima nei successivi dieci anni e Jack lo lasciò andare. Dieci anni più tardi, il diavolo si presentò nuovamente e questa volta Jack gli chiese di raccogliere una mela da un albero prima di prendersi la sua anima. Al fine di impedire che il diavolo discendesse dal ramo, il furbo Jack incise una croce sul tronco. Soltanto dopo un lungo battibecco i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto risparmiare la dannazione eterna a Jack.Durante la propria vita Jack commise però così tanti peccati che, quando morì, fu rifiutato dal Paradiso e presentatosi all’Inferno, venne scacciato dal diavolo che gli ricordò il patto, ben felice di lasciarlo errare come un’anima tormentata. All’osservazione che fosse freddo e buio, il diavolo gli tirò un tizzone ardente, che Jack posizionò all’interno di una rapa intagliata che aveva con sé. Cominciò, così, da quel momento a vagare senza tregua alla ricerca di un luogo in cui riposarsi. Da allora, nella notte di Halloween, aguzzando bene la vista, potreste vedere una fiammella vagare nell’oscurità alla ricerca della strada di casa: la fiammella di Jack. La pratica di indossare costumi la notte di Halloween deriverebbe dalla credenza che, nella notte del 31 ottobre, molti esseri sovrannaturali e le anime dei morti abbiano la capacità di girovagare per la Terra tra i viventi. Nel Nord America tale pratica è documentata per la prima volta nel 1911, quando un giornale di Kingston (Ontario) pubblicò un articolo nel quale si parlava di alcuni bambini che avevano passeggiato travestiti per le vie della città. Tuttavia, nei primi anni del novecento, la pratica di travestirsi era presso che nulla tra gli adulti. I vestiti di questo periodo erano sempre realizzati in ambito casalingo, ed il trucco era in stile gotico. A partire dagli anni ’30 alcune aziende americane, in particolare la Ben Cooper Inc. di New York, cominciò a produrre su scala industriale abiti e costumi per Halloween, che iniziarono ad essere acquistati dai cittadini all’interno di supermarket e negozi per bambini. I personaggi più utilizzati erano (ma tutt’oggi sono) vampiri, zombie, lupi mannari, fantasmi, scheletri e streghe. Col passare dei decenni, a questi personaggi si sono poi aggiunti quelli dei super eroi e degli alieni. Il neopaganesimo celtico considera questo periodo come un tempo sacro. Dal punto di vista educativo, Halloween rappresenta non solo un’ esperienza piacevole per adulti e piccini, ma è da intendersi come momento di “condivisione emotiva”, poichè questa festa rappresenta il susseguirsi dei cicli naturali di vita e di morte che appartengono ad ognuno di noi e si manifestano, necessariamente, in un continuum materiale e sentimentale a cui è necessario dare voce e forma. La festa di Halloween consente di sovvertire, per un giorno soltanto, le regole naturali delle cose. La dovuta linea di confine biologico tra ciò che è vivo e quel che non lo è, in questa giornata si assottiglia, permettendo un contatto diretto tra il profondo subcosciente individuale e collettivo. La classica passeggiata “dolcetto o scherzetto”, vissuta insieme da genitori e bambini contiene in sè un messaggio potente: non possiamo dominare i cicli di vita e di morte, possiamo imparare a conoscerli, accettando che alcuni misteri non possono essere risolti. Possiamo imparare ad amarli per l’ indomabilità che li contraddistinguono e scegliere di esserne testimoni, al fine di trasferirne le alchimie (educative, strutturali e culturali) nel nostro quotidiano, per diventare adulti consapevoli, che sanno muoversi in modo adeguato attraverso i mutamenti che sono propri della vita di ognuno.

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